Ingannevole-mente
a cura di Francesca Vannucci
Raul Amoròs
Mario Balduzzi
Lara Jeranko Marconi
Chiara Palmucci
Marco Scarpelli
Aleksandra Zurczak
opening venerdì 14 Dicembre 2012, ore 18
via Magnolfi 54, Prato
La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio
2013 su appuntamento
Per
appuntamento: treartisti@hotmail.com
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.316200035162070.76461.193117660803642&type=3
http://www.flashartonline.it/interno.php?pagina=news_det&id=2516&det=ok&titolo=Ingannevole-mente-
Venerdi
14 Dicembre 2012 si inaugura a Prato la mostra Ingannevole-mente, a cura di Francesca Vannucci, che riunisce le opere di sei giovani
artisti: Raul Amoròs, Mario Balduzzi, Lara Jeranko
Marconi, Chiara Palmucci, Marco Scarpelli e Aleksandra Zurczak.
La mostra Ingannevole-mente
raccoglie opere molto diverse tra loro per materiali, tecniche e poetiche degli
artisti. I lavori esposti sono però accomunati dalla volontà di disorientare e
confondere lo spettatore, farlo vacillare davanti all’opera inducendolo ad
avvicinarsi per osservare meglio i particolari di un disegno, le sfumature di
un colore, la veridicità di un’immagine digitale, la consistenza materica di
una forma, invitandolo così a svelare l’inganno, sia che si tratti di
manifestazione visiva e tangibile, o di pensiero sotteso all’ispirazione
dell’opera.
È questo il caso del video Milky
Refresh di Raul Amoròs (Santiago
del Cile, Cile, 1982), che ci parla delle illusioni di una comunicazione
globale che ci rende tutti simili, tutti vicini, sempre raggiungibili, eppure
comunque distanti e tendenzialmente avversi, e della grande installazione Waves dell’artista polacca Aleksandra
Zurczak (Konin, Polonia, 1983) che, attraverso la manipolazione
e trasfigurazione di frammenti anatomici, compone scenari onirici e metafisici,
nei quali sagome antropomorfe pervadono lo spazio e lasciano emergere un
paesaggio interiore generato dall’inganno delle emozioni.
I delicati acquerelli della serie Soft Fruit Lara Jeranko Marconi (Capodistria, Slovenia, 1984) ci invitano ad avvicinarci per scorgere
- in quelli che in un primo momento sembravano solo schizzi casuali - delle
piccole figure, scene di lotta, personaggi e simboli di un mondo vegetale e
animale frutto di un immaginario dai toni fiabeschi.
Ugualmente ingannevoli le tele di Mario Balduzzi
(Figline Valdarno, Firenze, 1983), che
sperimenta nuove interazioni di tecniche e insolite combinazioni di materiali
per dare a vita a delle composizioni astratte che ricordano elementi organici e
vetrini di laboratorio (Brain Storming);
così come le sfuggenti figure di Marco Scarpelli (Firenze, 1986), che nonostante l’apparente umanità evocano mondi
alieni ed inquietanti, oppure i volti negati, grotteschi e allucinati di Chiara
Palmucci (Firenze, 1986), che combina fotografia e
soggetti pittorici rielaborati digitalmente per rivisitare scene tratte dalla
tradizione iconografica, attraverso la ricostruzione storica fino alla vera e
propria manipolazione e distorsione ingannevole delle immagini.
L’arte è di per sé proiezioni di un’illusione e questa mostra vuol
stimolare ad interrogarci sulla realtà di ciò che vediamo e sulle convenzioni
di una società i cui meccanismi a tratti ci sfuggono, giocando a volte con la
percezione di ciò che è vero, o simulazione di vero, e finzione.